Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio boom del digitale. Oggi il rendering è diventato uno strumento obbligato per rappresentare in maniera compiuta ogni progetto che si rispetti. Chi si è avvicinato di recente all’affascinante mondo della visualizzazione architettonica potrebbe trovare ovvia questa considerazione, ma un tempo nemmeno troppo remoto non era assolutamente così. Il rendering rappresentava quasi l’eccezione, qualcosa alla stregua di pochi appassionati visionari o di progetti ritenuti inarrivabili per le possibilità tecniche ed economiche dei comuni mortali.
In questo contesto fa sempre estremamente piacere ritrovarsi a scambiare due chiacchere con uno straordinario professionista come Fabio D’Agnano, 30 anni di esperienza nell’architettura digitale, trasmessa attraverso la direzione del MADI (Master in Architettura Digitale IUAV), un percorso didattico assolutamente unico nel suo genere in Italia: ben 1500 ore di formazione calendarizzate in un Master universitario di II livello.
Fabio D'Agnano (credits IUAV)
L’incontro con Fabio rappresenta una preziosa occasione per fare un focus completo sui principali trend che stanno interessando l’evoluzione dell’architettura digitale, con le inevitabili ricadute a livello professionale. Temi da cui non possono prescindere soprattutto i giovani, coloro che si avvicinano, oggi, ad un mondo sempre più ricco di opportunità e potenziali soddisfazioni.
Cosa si intende per architettura digitale?
Tutte le tecnologie e gli strumenti digitali per l’architettura, tra le quali: Modellazione poligonale e parametrica, Scansione 3D, Rendering tradizionale e in real time, Animazione, VR-AR, Post Produzione, a cui si aggiungono aspetti meno evidenti come il coding, la prototipazione elettronica e la stampa 3D. Questa varietà è data dal fatto le opportunità professionali nell’ambito dell’architettura digitale sono più estese che in passato.
Quale tra tutte le opportunità digitali è quella più rilevante sul mercato del lavoro?
Senza dubbio la visualizzazione architettonica, almeno parlando in termini statistici. Su dieci richieste di lavoro per gli ex studenti che riceviamo al MADI, otto sono relative all’immagine. La prevalenza in tal senso è dunque molto netta. Per questo motivo architettura digitale e visualizzazione architettonica sono spesso considerate come una sola cosa, anche se in realtà la visualizzazione rappresenta soltanto una parte di un processo più ampio, che può includere prototipazione, fabbricazione digitale, e molto altro.
Qual è a tuo avviso la più importante?
A livello professionale è utile essere dei buoni generalisti, soprattutto nel mondo degli studi di architettura dove è difficile che si arrivi a una eccessiva specializzazione. Per questo motivo credo che un aspetto comune e da non trascurare sia proprio il controllo della modellazione. Costituisce la base per qualsiasi attività nella progettazione architettonica e nel design di prodotto, dal concept fino alla fabbricazione. Chi conosce davvero le varie tipologie di strumenti di modellazione può lavorare con facilità nell’ambito della visualizzazione architettonica, così come nel disegno industriale e nella stampa 3d, e affrontare nuovi problemi con relativa tranquillità. Essere dei bravi modellatori equivale a garantirsi molte porte aperte nel mondo del 3D. Si tratta dell'ambito che mi ha sempre affascinato di più e che tuttora tengo ad insegnare con estrema passione, insieme alla prototipazione elettronica.
Immagine di Foster+Partners per il concorso internazionale "Cité de la Musique de Genève", realizzata da Alessandro Deana, allievo della primissima edizione del MADI ed attualmente docente di modellazione. L'immagine è stata realizzata con 3ds Max, Corona e Photoshop (credits de-cube, alessandro deana)
Giunto alla sua ottava edizione, cosa offre il Master in Architettura Digitale ai suoi allievi?
Lavoriamo ogni anno per migliorare l’offerta didattica e proporre un’esperienza che vogliamo sia davvero unica. Il Master offre un percorso estremamente pratico e concreto, perché vogliamo insegnare metodi e strumenti realmente richiesti dal mercato del lavoro. Non ci concentriamo su aspetti teorici, non perché ritenuti di scarso interesse, ma perché non è certo al percorso tradizionale delle università di architettura. Il MADI è un Master di II Livello, post lauream. Dopo tanti anni di università, un laureato in architettura o design possiede sicuramente un background culturale sufficiente e le sue carenze sono spesso strumentali.
Nota - Per conoscere il calendario didattico provvisorio del MADI VIII - http://www.masterad.it/calendario-viii/
Quali sono i limiti della formazione dei corsi di laurea in Architettura che il MADI può compensare?
Si tratta di percorsi didattici e formativi differenti. Il MADI non interviene su quanto svolto in precedenza, che è la base per essere davvero degli architetti, e si preoccupa piuttosto di colmare quelle lacune che limitano un architetto o un designer nel dare forma alle proprie idee. Il digitale offre grandissime opportunità, ma richiede competenze che non si improvvisano e che purtroppo vengono spesso trascurate nel corso dei piani didattici dei corsi di laurea tradizionali. Chi si iscrive ha sempre molto chiaro questo aspetto.
Immagine realizzata da Giada Filippetti, studentessa della VI edizione del MADI, attualmente in forza ad AVR London, dove ha precedentemente svolto il tirocinio del Master (credits AVR London)
Quali sono i requisiti di accesso al MADI?
La condizione indispensabile è una laurea di cinque anni. Non è necessario invece avere conoscenze di carattere tecnico. Sicuramente saper già utilizzare alcuni dei software che utilizziamo nel programma può aiutare, ma in 1500 ore le competenze tecniche necessarie si acquisiscono anche partendo da zero, arrivando quasi sempre a risultati finali che superano sia le aspettative degli studenti che le nostre come docenti. È una circostanza che si verifica puntualmente ogni anno. Il nostro obiettivo non è direttamente la costituzione di un portfolio ad effetto. Non sarebbe sufficiente. È invece determinante insegnare a cavarsela davvero nelle situazioni che la produzione presenta ogni giorno. Per fare questo occorre tempo, perché i ragazzi devono arrivare a controllare lo strumento e a farlo loro, non semplicemente ripetere delle istruzioni. Le 1500 ore del MADI, sulla base di quanto emerso in sette anni, mi consente di poter dire con relativa consapevolezza che siano una misura più che sufficiente raggiungere questo livello.
Il fatto di concentrare la didattica il venerdì e il sabato consente di includere chi lavora e intende specializzarsi o aggiornarsi per avere maggiori opportunità in ambito professionale.
Il placement è un aspetto molto importante. Il MADI sa offrire opportunità concrete di stage a tutti i propri ragazzi, sia in Italia che all’Estero, in contesti socio-culturali anche molto differenti tra loro.
Sicuramente in tutti questi anni abbiamo maturato decine di importanti contatti in tutto il mondo, ma non è un aspetto che intendiamo sbandierare. Passerebbe un messaggio non corretto. Invece i nostri allievi, posso garantirlo, vengono assunti in studi importanti come Foster+Partners, Renzo Piano Building Workshop, MVRDV, e molti altri, perché sono bravi, non perché li abbiamo mandati noi. Noi facilitiamo opportunità di stage, ma sono i ragazzi a doversi guadagnare sul campo la posizione. Se riescono in questo obiettivo, il merito è soltanto loro. E questo ci riempie di orgoglio.
Parlando di contenuti, il programma appare incredibilmente completo per quanto riguarda i software che vengono insegnati. 3DS Max e Rhino guidano una lista davvero molto profonda.
Ci concentriamo in particolar modo su 3ds Max e Rhino perché sono attualmente i software più diffusi, ma se uno volesse applicare certe nozioni in Blender, oppure che in Cinema 4D, non avrebbe alcun problema a farlo, perché i nostri docenti spiegano sempre nel dettaglio le logiche e le procedure. I software variano soprattutto nelle interfacce, ma a livello operativo sono molto simili. L’offerta è completata dal modulo su Grasshopper, uno strumento indispensabile per capire l’architettura contemporanea e molto richiesto nei grandi studi di architettura. Saper programmare, se pur visualmente, offre un sacco di alternative nel risolvere le sfide della progettazione, spesso con soluzioni che accelerano moltissimo le operazioni rispetto ai workflow tradizionali. Un insegnante come Arturo Tedeschi costituisce un grande valore aggiunto. Lo stesso discorso vale per tutti gli strumenti di scansione 3D, che utilizziamo anche per texturing di alta qualità, mirato al rendering. Non parliamo di qualcosa di indispensabile, ma conoscere strumenti come Quixel Megascans o Substance Designer agevola moltissimo il nostro lavoro.
Il programma entrerà nel merito di alcuni motori di rendering ?
Certamente, l'insegnamento prevede sia V-Ray che Corona. Anche in questo caso, parliamo dei software più diffusi nell’ambito del rendering architettonico. È inoltre importante affrontare almeno due motori di rendering, in modo da capirne il funzionamento generale, attraverso le loro analogie e differenze. Entrambi consentono di ottenere risultati eccellenti. Corona è davvero semplicissimo da usare, mentre V-Ray consente di personalizzare moltissimi aspetti del progetto. I due software hanno filosofie ancora diverse tra loro e di solito gli studenti scelgono quello che gli somiglia maggiormente.
Immagine realizzata per Venini da Alessandro Cannavà, docente di V-Ray del MADI (credits Venini)
Quale approccio prediligete tra il matte painting, basato sulla composizione 2D dell’immagine, ed il full 3D tipico dell’approccio real time?
Personalmente non ho dubbi. Il futuro è nel real time. Sono troppi i vantaggi che questa modalità è in grado di garantire. Non soltanto nella definizione delle immagini finali, ma anche nel supporto alla progettazione, grazie all'interazione che Unreal Engine o Unity, in tutte le fasi, dalla progettazione alla manutenzione. Avere un modello completo in 3D ed un buon setup di lighting consente di fare infinite modifiche con la piena libertà di cambiare i punti di vista, e di alterare liberamente il progetto. Ma non per questo trascuriamo l’approccio compositivo tradizionale, basato sulla tecnica del matte painting. In molti casi partire da un 3D molto semplice e lavorare in composizione con Photoshop rimane un'alternativa valida. Dipende moltissimo anche dalle qualità e dalle inclinazioni personali dell'artista.
Conoscere entrambi i metodi rimane professionalmente determinante ed è il motivo per cui abbiamo deciso di ingaggiare nel nostro corpo docenti dei grandi professionisti diversi tra loro come Martin Benes (post produzione con Photoshop), Lucia Frascerra (post produzione e compositing) e Ciro Sannino (composizione e lighting).
In un contesto real time non poteva ovviamente mancare la VR e le applicazioni immersive.
Conoscere la VR è molto importante nel contesto dell’architettura digitale, non soltanto in prospettiva, ma già in atto. Siamo molto felici di avere con noi come docente Luis Rivero, di Urban Simulations, che è stato in grado di ottenere già oggi risultati straordinari nei suoi lavori. Poter riunire il progettista e le altre parti in causa, simultaneamente anche da diverse parti del mondo, all'interno del progetto costituisce un'opportunità cui è impossibile rimanere indifferenti.
Oltre al real time, una grande attenzione è rivolta all’animazione.
I video in architettura sono prodotti sempre più diffusi. I grandi studi producono in misura crescente materiali di qualità, che sono sempre più vicini a quanto realizzato in ambiti come il cinema e la pubblicità. Le università purtroppo non forniscono neanche le basi della Video Animazione. Concetti come la regia o il montaggio sono del tutto sconosciuti a chi esce da una qualsiasi facoltà di architettura, non parliamo degli aspetti tecnici. Il programma del MADI offre più punti di vista, propri di vari ambiti della produzione video, che vanno da quella dichiaratamente architettonica di studi internazionali come Brick Visual e Squint Opera, fino a quella di chi proviene dalle produzioni VFX, come nel caso di Mauro Baldissera.
Flowing è il progetto finale di tesi di Grazia Vittoria Corsaro e Carla Di Girolamo, studentesse della VI edizione del MADI, chiaramente ispirato all'opera di Carlo Scarpa. Si tratta di un progetto sorprendente per maturità tecnica e creativa, che si è meritatamente aggiudicato una nomination per i CG Architect Award 2018. Per realizzare questa animazione sono stati utilizzati: 3DS Max, Corona, Phoenix FD, Reality Capture, Nuke X e Premiere Pro (credits Corsaro-Di Girolamo)
Come se non bastasse tutto questo, il Master offre la possibilità di frequentare dei corsi opzionali..
Si, anche se a dir il vero non si tratta di una novità, nel senso che abbiamo deciso di mantenere dei moduli di insegnamento che erano presenti nelle prime edizioni ma che, attualmente, avrebbero sforato il limite di ore previsto per un Master universitario di II Livello. I moduli di coding, prototipazione elettronica e stampa 3D continueremo a farli e saranno disponibili per tutti gli studenti. Ritengo sia una scelta molto importante, perché si tratta di argomenti poco noti ma di estrema importanza per l’architettura digitale. Capita inoltre che alcuni si appassionino e decidano di specializzarsi in questi ambiti, più legati al manufacturing che non al visual. Nel mio caso, professionalmente, è stato così.
Ribaltiamo ora il punto di vista: come docente e direttore del MADI, cosa ti ha lasciato l'esperienza di tutti questi anni?
C’è un momento in cui si devono trasmettere le competenze maturate in tanti anni di professione. Il docente per me è simile all’allenatore nello sport: si affianca all'allievo, cerca di spingerlo a dare il massimo, a capirlo e a direzionarlo. Non credo nei docenti lavorano dall'alto, trasferendo il loro modo di vedere il mondo e che cercano studenti pronti a mimarli. Preferisco figure che lavorano in orizzontale, curando invece il rapporto diretto con l'allievo. Molti ragazzi, dopo il master, hanno scelto di tornare da noi come tutor per aiutare i colleghi più giovani e questo mi fa enormemente piacere, in quanto esprime proprio quel concetto di trasmissione orizzontale delle competenze che ritengo essere il metodo didattico migliore per insegnare l'architettura digitale. Si crea un rapporto di grande rispetto e sinergia, che prosegue anche al di fuori dell'aula, in una sorta di terzo tempo in cui grandi professionisti e nuove leve si incontrano davanti a un bicchiere.
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Tutte le informazioni sul Master in Architettura Digitale IUAV sono disponibili sul sito ufficiale: http://www.masterad.it/what/
Le pre-iscrizioni per l'edizione VIII, in partenza nel 2018, chiudono il 14 settembre.
Per ulteriori approfondimenti su Master Architettura Digitale IUAV su Treddi.com
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